...Verso mezzanotte, Pietro Crespi si accomiatò con un discorsetto sentimentale e promise di tornare molto presto. Rebeca lo accompagnò fino alla porta, e dopo aver chiuso la casa e spento le lampade, andò nella sua stanza a piangere.
Fu un pianto inconsolabile che si protrasse per diversi giorni...
non era strano il suo ermetismo.
Anche se sembrava espansiva e cordiale, aveva un carattere solitario e un cuore impenetrabile.
...nessuno aveva mai scoperto che, nonostante la sua età, conservava l'abitudine di succhiarsi il dito. Perciò non perdeva l'occasione per chiudersi nel bagno, e aveva preso l'abitudine a dormire con la faccia rivolta contro il muro. Nei pomeriggi di pioggia, ricamando con un gruppo di amiche nel porticato delle begonie, perdeva il filo della conversazione e una lacrima di nostalgia le salava il palato quando vedeva i filoni di terra umida e i monticelli di fango costruiti dai lombrichi nel giardino.
Quei gusti segreti, sconfitti in altri tempi dalle arance col rabarbaro, esplosero in una bramosia irreprimibile quando cominciò a piangere.
Riprese a mangiare terra.
La prima volta lo fece quasi per curiosità, certa che il cattivo sapore sarebbe stato il rimedio migliore contro la tentazione.
E in effetti non poté sopportare la terra in bocca.
Ma insistette, vinta dall'ansia crescente, e a poco a poco cominciò a ricuperare l'appetito ancestrale, il gusto dei minerali primari, la soddisfazione senza strascichi dell'alimentazione originale.
Si metteva manciate di terra nelle tasche, e la mangiava a granelli senza essere vista, con un confuso sentimento di felicità e di rabbia, mentre insegnava alle sue amiche i punti più difficili e parlava di altri uomini che non meritavano il sacrificio che si mangiasse per loro il calcinaccio dei muri.
le manciate di terra rendevano meno remoto e più reale l'unico uomo che meritava quella degradazione, come se il suolo che egli calpestava coi fini stivaletti di vernice in un altro luogo del mondo trasmettesse a lei il peso e la temperatura del suo sangue in un sapore minerale che lasciava un bruciore aspro in bocca e un sedimento di pace nel cuore...
Da Cent'anni di solitudine - Gabriel G.Marquez
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