La tana del Bianconiglio

La mia foto
Palermo e Spinea , Sicilia e Venezie , Italy
Realizzo illustrazioni con matite acquerellabili e/o acquerelli.I protagonisti principali dei miei lavori sono creature grottesche, mostruose, deformi, freaks. Rappresento lo zero,ossia il caos dal quale tutto ha inizio e nel quale tutto ritorna. Sono in grado di assumere qualsiasi identità,e al tempo stesso non ne ho nessuna: sono il principio e la fine. Io sono quanto esiste prima e dopo il concepimento,sono il movimento che si protrae all'infinito. Sono il simbolo dell'anticonformismo,rappresento le situazioni imprevedibili.Posso portare occasione negative o positive:posso essere l'ispirazione geniale o il colpo di testa che fa precipitare nel baratro. Posso trovarmi nella parte iniziale dove tutto è possibile nel bene o nel male. Posso trovarmi alla fine di un percorso e tutto ciò che mi precede può mutare.

venerdì 28 agosto 2015

Menzel-el-Emir - Misilmeri



Nella località di Pizzo Cannita, nel 1695 e nel 1725, furono rinvenuti dei sarcofagi ed altri reperti archeologici, conservati oggi al Museo Archeologico Regionale di Palermo. Durante la dominazione romana venne aperta una via consolare che, partendo da Palermo e attraversando Misilmeri, raggiungeva Agrigento (sino al 1864 il Corso Vittorio Emanuele e il Corso IV Aprile portavano il nome di Via Consolare). L'emiro Giafar II, che governò la Sicilia dal 996 al 1018, giunto a Misilmeri, fece costruire un grande castello dove dall'alto delle torri si ammirava uno splendido panorama: dalla vallata del fiume Eleuterio sino al mar Tirreno. In seguito, alle pendici del castello si formò un villaggio; da qui il nome Misilmeri che deriva dall'arabo Menzel-el-Emir e che significa appunto villaggio dell'Emiro. Nel 1068 Misilmeri fu teatro di una battaglia tra i Normanni di Ruggero d'Altavilla e gli Arabi, con la vittoria dei Normanni. La prima chiesa cristiana fu costruita prima del 1123 ed intitolata a Santa Apollonia, come citato in una bolla di Papa Callisto II. La Misilmeri attuale venne fondata nel 1540 dal barone Francesco Del Bosco, il quale trasformò il paese in un cantiere edile; nel 1553 fece costruire la nuova parrocchia di San Giovanni Battista, la Madrice, nel 1575 aprì la strada di accesso al castello, la Strada Grande. La ricostruzione del paese proseguì con un'altra chiesa, quella di Santa Rosalia, la prima ad essere dedicata alla Santa eremita palermitana che dal 1625 al 1671 fu patrona di Misilmeri, conosciuta più comunemente come la chiesa di San Paolino. Nel 1692 con il supporto morale ed economico di Giuseppe del Bosco, principe della Cattolica, Francesco Cupani fonda a Misilmeri il più grande orto botanico d'Europa nel Giardino Grande, del quale oggi non rimane niente. Lo scopo di questo orto botanico era di coltivare erbe e piante per alleviare le sofferenze fisiche della povera gente di Misilmeri. Attirava molto l'attenzione del mondo civile di allora poiché questo tipo di istituzione umanitaria era davvero una cosa rara. Nel 1795, fondato l'Orto botanico di Palermo, più di 2000 piante di quello di Misilmeri vi furono trasferite. Nel 1896 è collocata a Misilmeri una lastra marmorea incisa in memoria di questo primato scientifico. Re Vittorio Amedeo II di Savoia volle visitare per questo motivo il paese.

Si ha notizia già dal 1529 dell'esistenza della Fontana Grande in Piazza comitato restaurata e decorata nel 1879 dallo scultore Palermitano Benedetto Civiletti. Alle spalle della Fontana Grande vennero costruiti i lavatoi pubblici nel 1893, successivamente sepolti e nel 1999 tornati alla luce dopo un lungo restauro.

La stazione ferroviaria facente parte della tratta Palermo-Corleone-San Carlo venne inaugurata nel 1882 e posta in disuso nel 1959 perché in passivo, vista la crescita di altri mezzi di trasporto. Un altro mezzo di trasporto che collegava Misilmeri con Palermo era il cosiddetto papuni dal latino vapor applicato anticamente ai bastimenti, era una diligenza o carrozzone per il trasporto dei passeggeri trainato da un cavallo, poteva trasportare sino a 14 persone ed impiegava 2 ore per coprire tutto il tratto. Il costo del biglietto era di 5 lire, andata e ritorno, ma nel 1929 fu dismesso, sia perché il treno era più veloce sia per l'avvento delle prime automobili.

Una figura scomparsa a Misilmeri è U maraùni, ossia marangone, un uomo che conduceva gli abitanti da una sponda all'altra del fiume Eleuterio durante la piena invernale. Sono scomparsi anche i funnachi, termine della lingua siciliana, alberghi d'infimo ordine, un posto dove alloggiavano i cavalli dei viandanti o per fare la muta. Attestano alcuni documenti di un antichissimo fondaco di Santa Rosalia dove la Santa si riposò una notte durante un suo viaggio. È scomparso molto altro a Misilmeri, le tradizioni familiari, arti, mestieri e tradizioni religiose, ma negli ultimi anni si è ridestato un interesse per la ricerca storica e antropologica nella speranza che la storia sia maestra di vita.
Dopo mille anni dalla sua costruzione, il Castello di Misilmeri è stato restaurato e si sta cercando di inserirlo nei circuiti turistici isolani. Si possono vedere a Misilmeri opere d'interesse storico-archeologico come il tunnel sotterraneo che collega la parrocchia di San Giovanni Battista al castello, la catacomba con le lastre marmoree incise nel periodo di dominazione berbera nella chiesa di Sant'Antonio o delle Anime Sante, i Tredici Ponti, i Lavatoi, la Chiesa Madre, il ponte di Risalàimi, il promontorio di Pizzo Cannita.
Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Misilmeri


Io, Dario , Dalila e Cluadia siamo andate abbiamo visitato il castello d Misilmeri. Un rudere direbbe qualcuno, un ottimo restauro direbbe un altro, io dico :"una magnifica struttura decadente che conserva fascino ed eleganza". 
(Sotto foto di Sabina Meschisi)



Castello di Misilmeri(Palermo)
Veduta e panorama con fichi d'india
Castello di Misilmeri(Palermo)

mercoledì 26 agosto 2015

SCARABOCCHI D'AUTORE


ARTISTI E MAESTRI D'ARTE
Dario Balletta | illustratore e grafico |


L’idea del corso SCARABOCCHIO D’AUTORE, che inizierà da L’Altro ArteContemporanea a Settembre, scaturisce proprio da lui.

Ecco cosa Dario Balletta racconta di sè:
Sono nato a Palermo nel 1981, vivo in periferia del capoluogo siciliano, dove ho conseguito il Diploma al Liceo scientifico S.Cannizzaro. Una delle mie esperienze più significative è la partecipazione ad un corso di Fumetto che porterà alla nascita della Scuola del Fumetto di Palermo.
Mi si è aperto un mondo: quello dell’arte e del disegno!
Ho collaborato come vignettista con il nuovo quotidiano L’Ora ed ho conseguito la Laurea in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Palermo.

Ho collaborato con una prolifica sceneggiatrice greca Sissy Pantelis, pubblicando un paio di storie in Inghilterra ed Argentina su riviste antologiche e per alcuni mesi tra il 2010/2011 la rivista di fotografia Potpourri ha pubblicato una mia storia.
Nel frattempo tenevo un corso di fumetto alle scuole medie di Misilmeri a tema “le dipendenze” nel quale i ragazzini, gli studenti, hanno realizzato un piccolo volume a fumetti dal titolo Il canto delle sirene, con le loro storie.

Il mio progetto per la tesi di laurea?
Ho presentato uno studio su Philip K. Dick accompagnato da interviste a Tim Powers, Peter Fitting, Umberto Rossi, Antonio Caronia, Vincent Bergerat e Francesca Rispoli. Nei mesi di Agosto e Settembre 2013 ha pubblicato una breve storia sulla rivista Pastiche.
(Qui la sua pagine d'artista Facebook : apri )

Amo la natura.
L’uomo dovrebbe essere perfettamente in simbiosi con flora e fauna, fonte di energia ed ispirazione. Mi piace dedicarmi alle attività all’aria aperta. Ho avuto occasione di conoscere da vicino la raccolta delle mele e la coltivazione del luppolo in Trentino. Ho svolto il Servizio Civile in un Centro Recupero Fauna Selvatica dell’Associazione L.I.P.U.

Nel corso degli ultimi anni mi dedico all’arte, all’illustrazione con passione crescente e partecipo a progetti pittorici, manifestazioni artistiche e mostre collettive.
Collaborerò con L’Altro ArteContemporanea e sto pensando di trasferirmi in città. Palermo è meravigliosa. Desidero mantenere un contatto con la mia amata terra, penso di continuare a lavorare in un orto a coltivazione biologica. Integrare le attività e lo scambio del centro con uno stile di vita più sano ed attento alle necessità della natura sarebbe una realtà ideale.

Per sapere quale sarà il programma didattico del corso di Scarabocchio D’Arte potete consultare la pagina CORSI o consultarci direttamente QUI

Fonte: https://laltroartecontemporanea.wordpress.com/portfolio/dario-balletta-illustratore-grafico/




   Sopra alcune tavole di L'Eponge di Samir Noferi realizzate da Dario Balletta( guarda le altre qui )

mercoledì 5 agosto 2015

La volpe



Questa foto l'ho scattata il 4 Agosto 2015(ieri) in un ristorante a Ficuzza(Palermo). Il ristorante si trova proprio in mezzo al bosco e mi dicono che le volpi sono soliti avvicinarsi alle persone per ricevere cibo. Entusiasta attendo le volpi ed effettivamente arrivano. Si avvicinano, sono timide e timorose ma riesco a scattare delle foto. Questa è l'unica foto di una delle volpi venuta cosi. Qualcuno ha detto che forse(chissà)sono riuscita a catturare l'immagine eterea della volpe stessa, io dico che forse è la sua anima. Non importa cosa raffiguri veramente(gli scettici direbbero a torto o ragione)che si tratta solo di una foto venuta male, intanto io la guardo e penso:"è bellissima"!

Mi pare quasi una creatura marina bioluminescente.

E qui le foto della piccola e dolce volpe.





lunedì 3 agosto 2015

La petit mort

I francesi la chiamano "La petit mort" , la piccola morte .  Una definizione che per diversi motivi è perfetta. 
La piccola morte quel momento,  quel breve momento che arriva poco dopo il tremito di ogni parte del corpo. Totale distacco dalla coscienza. Una piccola morte che può far cadere nel baratro.
E' come sollevarsi lentamentte da terra, arrivare fin sopra le stelle per poi precipitare violentemente verso la desolazione. 
Orgasmo-piacere-piccola morte-malinconia...dolore. 
Liquidi escono impetuosi e irrefrenabili. Accade tutto in un brevissimo momento, impossibile da quantificare. La piccola morte cui si arriva in solitudine può essere un esperienza incredibile, spiazzante, disarmante. Un "viaggio" di sola andata che trasporta piccoli frammenti della persona verso luoghi distanti, antichi. 
Il caos prima del buio, del nulla, del niente.
Non c'è vita, solo il vuoto.
Vuoto che ruba un pò di vita. 
Poco a poco si soccombe sotto la grandiosa, esaltante, disperata "petit mort".